Pidocchi: riconoscerli e sconfiggerli

“Bisogna conoscere bene il nemico per sconfiggerlo” è un detto che si addice particolarmente ai pidocchi.

Abbiamo già parlato di questi odiosi insetti che terrorizzano il cuoio capelluto, più frequentemente quello dei bimbi, ma che non risparmia nessuna fascia d’età.

I pidocchi sono parassiti grigi o bianchi senza ali, il loro corpo è piatto, le zampe sono fornite di uncini che permettono di attaccarsi ai capelli e sono dotati di un apparato che permette loro di perforare la cute e succhiare il sangue. Rilasciano inoltre un liquido che causa prurito.

 

Miti da sfatare

Il pidocchio è un parassita, e il contagio avviene per contatto diretto tra persone, scambiandosi indumenti o pettini per esempio. Dagli animali domestici non vengono trasmessi all’uomo saltando, e viceversa quelli umani non sono trasmessi all’animale.

Altra leggenda metropolitana riguarda la predilezione di questi insetti per le persone sporche: in realtà i pidocchi infestano chiunque, a prescindere dall’igiene personale.

Come riconoscerli

Il prurito localizzato è sintomo di infestazione ed è causato da una reazione allergica alla saliva del pidocchio.

Motivo per cui dal momento in cui il pidocchio infesta l’individuo a quello in cui si avverte il fastidio trascorre un periodo durante il quale i pidocchi si trasmettono facilmente.

Spesso il pidocchio può essere confuso con la forfora: in realtà passando un pettine a denti stretti si noterà che le lendini (uova del parassita) sono saldamente attaccate alla radice del capello grazie alla sostanza adesiva secreta dal parassita, mentre la forfora si elimina facilmente.

Cosa fare

Disinfettare accuratamente spazzole e pettini lasciandoli in ammollo con acqua molto calda per circa 20 minuti.

Fare la stessa cosa con lenzuola e abiti, lavandoli a 60°. Si possono anche esporre all’aria per almeno 48 ore: i pidocchi sono parassiti che non vivono per un lungo periodo lontani dal corpo infestato, seguire la stessa procedura per oggetti e giocattoli.

Ora tocca ai capelli: ispezionare in modo accurato il capo è la prima cosa da fare, passando un pettine a denti stretti dopo aver utilizzato abbondante balsamo. Rimuovere le uova e i pidocchi trovati avendo cura di farlo dal cuoio capelluto alle punte per evitare reinfestazioni. Cominciare dalla zona più vicina alla fronte. Asciugare il pettine dopo ogni passata su un fazzoletto, controllando la presenza di eventuali pidocchi. Passare ogni sezione per almeno 2 volte fino a completare l'intera capigliatura. Spostare da un lato i capelli passati con il pettine e liberati dai pidocchi morti. Ripetere in seguito il controllo, ogni 2 o 3 giorni in un ambiente abbastanza illuminato in modo da rimuovere manualmente pidocchi e lendini.

Lavare inoltre i capelli con un prodotto specifico per la pediculosi, ce ne sono di diversi tipi: in mousse, crema, shampoo o gel, e ripassare il pettine.

Per rendere più agevole l’eliminazione delle uova e dei parassiti è utile anche bagnare il pettine, o i capelli con una soluzione composta per metà di aceto: diminuirà l’adesione delle lendini ai capelli.

 

È importante tenere conto del fatto che questa tipologia di prodotti può essere utilizzata in caso di infestazione, e non a scopo preventivo.

Ne esistono anche a base di oli essenziali che hanno azione repellente nei confronti dei pidocchi, lo stesso tea tree oil, diluito, può essere utile per tenere lontani i pidocchi. È importante insistere nell’applicazione dietro le orecchie e sulla nuca.