Quali medicinali sono più indicati contro l’acidità di stomaco?

Come stai trascorrendo le Feste? Sicuramente non mancheranno la gioia di stare in famiglia e… i lunghi pranzi. Disturbi piuttosto diffusi che spesso accompagnano i pasti abbondanti sono l’acidità di stomaco e, nei casi peggiori, il reflusso gastro-esofageo. Oppure possono manifestarsi per un periodo prolungato con sintomi come bruciore, dolore, fino al ritorno del contenuto gastrico verso l’esofago. Le cause più frequenti del reflusso gastro-esofageo sono il rallentato svuotamento dello stomaco o un malfunzionamento della valvola che separa l’esofago dallo stomaco, il cardias. Il contatto del contenuto gastrico, acido, con la mucosa dell’esofago può determinarne il danneggiamento, con sintomi più specifici come bruciore retrosternale, dolore al petto e mal di gola. Sono disponibili per il trattamento di questi disturbi diverse soluzioni.

Farmaci antiacidi

Hanno una breve durata d’azione e semplicemente neutralizzano l’acidità del contenuto gastrico, dovuta alla secrezione di acido cloridrico. Sono indicati in una fase iniziale dei sintomi (acidità di stomaco e dolore epigastrico, associati anche a difficoltà digestive). I più utilizzati antiacidi sono il bicarbonato di sodio, il carbonato di calcio, l'idrossido di alluminio o di magnesio. In alcuni medicinali possono essere associati ad alginati, che agiscono localmente formando uno strato sulla mucosa dell’esofago e dello stomaco che protegge dal contatto con l’acido cloridrico.

Farmaci protettori gastrici

I più conosciuti e prescritti protettori gastrici sono gli inibitori della pompa protonica (IPP), presente a livello della membrana delle cellule parietali della mucosa gastrica: con il loro meccanismo d’azione riducono la secrezione di acido cloridrico nel lume dello stomaco e, quindi, attenuano l’acidità dell’ambiente gastrico. Il loro obiettivo è proteggere la mucosa dall’azione aggressiva del pH acido. In una terapia di almeno una settimana, il cambiamento di acidità persistente nel tempo è efficace per il trattamento di ulcera e gastrite, dove la mucosa è danneggiata o infiammata. Si tratta di farmaci a lunga durata d’azione, tra questi vi sono il capostipite, l’omeprazolo, e i più recentemente scoperti pantoprazolo, lansoprazolo, esomeprazolo, e rabeprazolo.

Tuttavia, i farmaci protettori gastrici vanno impiegati per brevi periodi e non sono indicati per un uso prolungato, poiché non sono esenti da effetti collaterali. La riduzione dell’acidità gastrica per lunghi periodi altera:

  • la funzione di difesa dello stomaco da eventuali patogeni assunti con gli alimenti, aumentando la probabilità di contrarre infezioni e di manifestazioni allergiche;
  • l’efficacia degli enzimi con funzione digestiva. Gli enzimi come la pepsina, infatti, funzionano bene ad un determinato pH. Così è ridotto l’assorbimento dei nutrienti con possibili accumuli di cibo e infiammazioni intestinali;
  • l’assorbimento di farmaci e di vitamine, come la vitamina B12, dipendente dal pH gastrico;
  • l’ecosistema microbiologico intestinale, con conseguenze sulle difese immunitarie e rischio di disbiosi;
  • l’equilibrio elettrolitico; aumentano il rischio di aritmie, infarto, problemi renali, fratture ossee, demenza.

Spesso questi medicinali vengono assunti in modo inappropriato, ovvero in associazione a farmaci che non risultano essere gastrolesivi, senza un controllo medico e senza effettiva necessità. In alcuni casi sarebbe, infatti, sufficiente l’assunzione di un farmaco antiacido, di un integratore alimentare a base di enzimi per favorire la digestione se risulta difficile, o di colostro per proteggere il tratto gastro-intestinale.

Quando preferire i medicinali antiacidi

Se i disturbi sono occasionali, come in seguito ad un pasto abbondante, i farmaci antiacidi agiscono in modo immediato, determinando una rapida risoluzione dei sintomi. Se è presente una patologia da affrontare con una terapia più lunga non sono indicati, perché possono alterare l’equilibrio idrosalino. Inoltre, sono da preferire in gravidanza su consiglio del medico per trattare l’iperacidità, più tipica dell’ultimo trimestre.

Quando preferire i protettori gastrici

Per un breve periodo, al massimo una o due settimane, e sintomi più importanti, risultano efficaci e ben tollerati, soprattutto in caso di:

  • assunzione di alcuni farmaci gastrolesivi (antinfiammatori non steroidei – FANS, che limitano la produzione di sostanze protettive della mucosa gastrica, soprattutto con una terapia di qualche settimana, cortisonici se ad alto dosaggio);
  • specifiche patologie come dispepsia, reflusso gastroesofageo, caratterizzate dalla presenza di lesioni alla mucosa (ulcere, gastriti, stress, infezioni da Helicobacter pylori, con aumento della secrezione di acido nello stomaco o deficit di barriera mucosa).