Come ritornare in forze dopo una malattia?

L’influenza o una malattia molto debilitante di origine virale, come il COVID-19, dopo la guarigione lasciano l’organismo molto stanco e povero di energie con dei sintomi che rallentano la ripresa delle attività quotidiane. Se mal di testa, febbre, tosse, naso chiuso, dolori muscolari e spossatezza accompagnano il decorso dell’influenza stagionale, a fine malattia il fisico può essere indebolito. Per questo è importante conoscere le strategie per un rapido recupero nella fase di convalescenza, in modo da riprendere i ritmi frenetici della vita di tutti i giorni e del lavoro, senza rischiare una ricaduta.

Tra la fine della malattia e la piena guarigione, infatti, si vive una fase di transizione, la convalescenza, in cui bisogna fare attenzione, perché l’organismo non è tornato pienamente allo stato di benessere. La durata della convalescenza non è fissa, ma viene decisa dal nostro livello di salute e dalla gravità della malattia: tanto più l’influenza ci lascerà deboli e spossati, tanto più la convalescenza sarà lunga. Ad esempio, uno dei sintomi principali dell’influenza da COVID-19 è la comparsa di dolori muscolari o articolari (se coinvolgono legamenti e tendini, che collegano i muscoli). L’attivazione del sistema immunitario nella lotta al virus, infatti, determina il rilascio di molecole infiammatorie, possibili responsabili del dolore ai muscoli, il quale può persistere anche qualche mese dopo la fine della malattia.

Quali sono le conseguenze dell’influenza?

Tra i sintomi fisici sono frequenti stanchezza, spossatezza, dolori muscolari e mal di testa. Nel caso del COVID-19, il lungo isolamento necessario lascia degli strascichi psicologici e si possono avere anche difficoltà muscolari più importanti.

Ecco alcuni consigli su come riprendersi a pieno

Sicuramente il riposo è il primo rimedio per recuperare le energie, quindi, è importante moderare le attività e lo stress, per consentire al sistema immunitario e all’organismo di tornare in forma. Rimani a casa qualche giorno in più e non fare sforzi inutili!

Guarire in fretta non è la cosa migliore, ma bisogna lasciare all’organismo i propri tempi (anche dieci giorni o qualche mese nel caso di COVID-19). Tornare al lavoro troppo presto non è una scelta saggia: si rischierebbe una ricaduta e di tornare a diffondere il virus. Ma se si osserva che la ripresa è troppo lenta, meglio far riferimento al proprio medico o al proprio farmacista per ricevere dei consigli per una guarigione graduale.

Reintegrare i liquidi, le vitamine e i sali minerali, anche con un’alimentazione ricca di frutta e verdura, aiuta a ripristinare le scorte perse con la sudorazione abbondante, che può aver accompagnato la febbre e a favorire una guarigione più rapida. La dieta deve essere sana e bilanciata; nel caso si abbiano avuti sintomi gastrointestinali (diarrea), è meglio consumare cibi leggeri e facili da digerire (carne magra, pesce, pasta, patate, legumi, uova e latticini).

Ingredienti molto utili in convalescenza sono:

  • vitamina C, che rappresenta ancora un supporto per le normali funzioni del sistema immunitario, messo a dura prova con la malattia;
  • vitamine del gruppo B con azione ricostituente e per contribuire al normale metabolismo energetico;
  • antiossidanti, per proteggere le cellule dagli effetti dei radicali liberi. Tra questi sono importanti la vitamina E, il selenio e la papaya fermentata;
  • minerali, in particolare magnesio, potassio e ferro, per contrastare stanchezza ed affaticamento e contribuire al rilassamento muscolare (magnesio);
  • probiotici, per ripristinare l’equilibrio della flora batterica intestinale.

Assumere degli integratori alimentari specifici è sicuramente un consiglio da non trascurare se si vuole contribuire ad un recupero più rapido delle proprie forze. Sono indicati, quindi, integratori multivitaminici e multiminerali, pappa reale, ricca di vitamine, minerali, nutrienti e, soprattutto, spirulina, fermenti lattici con enzimi digestivi per aiutare il tratto gastrointestinale e contribuire alle difese immunitarie.

Per la fase di convalescenza del COVID-19 tra i nutrienti da privilegiare vi sono le proteine, gli aminoacidi, e l’esercizio fisico con un’adeguata riabilitazione, per recuperare il tono muscolare e la forza fisica, soprattutto se l’organismo è stato sottoposto a terapia intensiva. Si possono aggiungere anche estratti vegetali con azione antinfiammatoria come artiglio del diavolo, curcuma e boswellia. Il COVID-19, infatti, determina la produzione di elevati livelli di sostanze pro-infiammatorie. Meno conosciuto è il fungo medicinale Cordyceps sinensis, considerato fin dalla tradizione orientale un ottimo ricostituente dell’organismo dopo malattie debilitanti, apporta energia sia al corpo che alla mente. Migliora la circolazione in diversi organi (polmoni, cuore, reni e fegato) e la vitalità in generale. Diversi studi scientifici ne hanno indicato l’effetto benefico su malattie renali e polmonari.

Se è stata somministrata una terapia farmacologica pesante, bisogna pensare anche al fegato: con gli integratori alimentari depurativi a base di cardo mariano, carciofo, curcuma e colina si possono supportare i processi di detossificazione e contribuire al mantenimento della salute di questo organo fondamentale.

Un altro aspetto peculiare della convalescenza dopo il COVID-19 è la presenza di disturbi psicologici, come ansia, panico, insonnia, problemi digestivi, oltre alla depressione. Infatti, contrarre il COVID-19 porta inevitabilmente ad un periodo prolungato di isolamento sociale, che influisce sulla sfera psichica. In particolare, la depressione si manifesta con l’incapacità di risolvere i problemi, di raggiungere obiettivi, rendendo più difficile il ritorno alla vita normale. Ci si lamenta più spesso, ci si lascia vivere e si ha un atteggiamento di rinuncia. Alcuni rimedi vegetali in questo caso sono iperico, riequilibrante dell’umore e antidepressivo naturale, agisce sulla ricaptazione di serotonina e di noradrenalina; la griffonia, è indicata oltre che per la depressione lieve, anche per umore e insonnia. Contribuisce ad incrementare i livelli di serotonina, melatonina ed endorfine. In caso di ansia, attacchi di panico, tachicardia, insonnia, alterazioni dell’appetito, è indicato il biancospino, con azioni calmante e rilassante, utile soprattutto per tachicardia e sindromi da stress. La passiflora è da preferire per contrastare l’insonnia e conciliare il sonno senza risvegli durante la notte, in caso di stress, ansia e senso di angoscia, nelle forme di nevrosi isterica, fobica, ossessiva e post traumatica.